Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Β΄
Τίτλος: | Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Β΄ |
Τόπος έκδοσης: | Κέρκυρα |
Εκδότης: | Εταιρεία Κερκυραϊκών Σπουδών |
Συντελεστές: | Κώστας Δαφνής, Αριστείδης Στεργέλλης |
Έτος έκδοσης: | 1978 |
Σελίδες: | 416 |
Θέμα: | Αποστολή εις Λευκάδα |
Τοπική κάλυψη: | Λευκάδα |
Χρονική κάλυψη: | 1807 |
Περίληψη: | Ο ΔΕΥΤΕΡΟΣ τόμος του Αρχείου Καποδίστρια περιλαμβάνει τα κείμενα του I. Καποδίστρια ως «Εκτάκτου Επιτρόπου» της Κυβερνήσεως της Επτανήσου Πολιτείας στη Λευκάδα, στην περίοδο Μαΐου - Αυγούστου 1807. Η αποστολή αυτή έδωσε για μια ακόμη φορά το μέτρο των διοικητικών και οργανωτικών ικανοτήτων του Καποδίστρια. Τα καθήκοντα, που του ανέθεσε η Γερουσία της Επτανήσου και ο πληρεξούσιος του Αυτοκράτορα της Ρωσίας Γεώργιος Μοτσενίγος σε μια δύσκολη καμπή της ευρωπαϊκής ιστορίας, όταν οι νικηφόροι αετοί του Ναπολέοντα είχαν σκιάσει ολόκληρη την Ευρώπη, δεν ήταν εύκολα. Έπρεπε να λάβει αποφασιστικά μέτρα για την οχύρωση και την πληρέστερη άμυνα της Λευκάδας, ώστε να εξουδετερωθεί εντελώς η απειλή του Αλή Πασά και των Γάλλων συμβούλων του εναντίον του νησιού. Συγχρόνως όμως έπρεπε να ισορροπήσει τις αρμοδιότητες και τις πρωτοβουλίες των τοπικών διοικητικών και στρατιωτικών παραγόντων. |
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con li greci armatolo. In questo incontro non erano tutti li nostri che superano li mille, ma solo un terzo sotto la condotta delli bravi capiφ.1ν tani Chizo Bozari e Cazandoni./Verso il tramontar del sole cominciò la battaglia con molta vivacità da tutte le parti. In vano li capi dell’ armi di Ali Pascià tentarono con la moltitudine della lor gente di circondarli e di prenderli alla schiena. Ogni passo che facevano per compire il loro piano lo pagarono col loro sangue. Ovunque incontrarono la morte. Tutti li mezzi che adoprarono e per vincere o al meno per non esser vinti fu inutile, quantunque durante l’attacco ricevessero continui rinforzi. Vedendo finalmente che era impossibile di piú resistere all’ impeto dei bravi greci, si ritirarono verso le 6 della notte mal conci, lasciando nel campo piú di ottanta fra i principali morti e molto del loro equipaggio. Delli greci dieci soli perirono, uno de’quali, nominato Dipla, molto noto per il suo valore, il quale essendo molto impetuoso, entrò piú volte colla spada alla mano nelli trincieramenti turchi e là sacrificòsi per la sua patria. Li suoi compagni, dopo aversi doluto per la sua perdita, lo seppellirono assieme cogl’altri.
Dopo questo felice successo ebbero li turchi tale spavento che sfuggono ogni incontro. Li greci al contrario acquistarono tale ardire e confidenza che si può sperare che faranno anco in avvenire operazioni piú decisive ed utili./
φ.2 Mancherebbe al proprio dovere quest’isola, se non riconoscesse il vantaggio che le derivò dalla bravura di questi armatolo. In grazia alle loro operazioni la metà della truppa, che doveva assediare ed attaccare S(ant)a Maura, e la piú scielta dovette andar contro loro e mancò da qui. Noi riconosciamo molto da questa brava gente e desideriamo buon esito alle loro operazioni e tempo opportuno per render loro le dovute ricompense.
Pare che la chiamata di Ali Pascià al campo del Gran Visire sia vera, poiché risulta da molte relazioni che si attendevano a Jannina nuovi commissionati ad accelerare la sua partenza. Egli però che cura molto poco l’utile del suo Sovrano e che non si occupò mai che delle sue particolari faccende cominciò a scansarsi da questo viaggio sotto differenti pretesti fingendo l’ammalato e adoprando simili altre scuse. Si sa poi d’altra parte ch’egli mandò secretamente il suo fattore o Chiaaja a Costantinopoli incaricandolo di non risparmiare né mezzi né denari per scansarlo da questa chiamata.
Le malore successe in quella capitale e la caduta del Sultano sono rimarcabili. Quanti fra gli principali scapparono la morte in quelli primi momenti di rivoluzione furono sacrificati in seguito dal successore. Ogni φ.2v giorno succedono stragi/e morti in ogni ordine di persone. Per predar le loro sostanze non è necessario che abbiano commesso delitto, basta
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che siano stati al servizio del precessore e che siano ricchi. La divina clemenza non potrà sopportare di piú che si facciano tante stragi all’ umanità e presto concorrerà a facilitare ogni mezzo, perché sia una volta distrutta quella tirannica ed ingiusta dinastia. Le fortificazioni che qui si fanno da giorno in giorno progrediscono meravigliosamente. Più di 800 lavoratori incessantemente travagliano. Alli 29 dello scorso mese vennero trecento cefaleni con gli necessari instrumenti diretti dagli nobili capitani Beretta, Corafà e Bardessi. Oltre a questi vennero dal Zante altri cento diretti dagli Spiridon Flambura, Spiridion Guselli e nob. sig(nor) Michiel Belletti, Capo di Cinquantina della Guardia Civica. Duecento altri dall’isola stessa si attendono a momenti. Il mantenimento e spese di questa gente che dalle altre isole concorre pe
φ.3 La voce che giorni fa qui correva che Ali Pascià aveva stabilito e s’ era preparato di attaccare S(ant)a Maura e che la sua venuta a Prevesa aveva questo oggetto giunse fino alli armatolo, li quali ciò sentendo fecero fra loro consiglio e stabilirono che una parte di loro si portasse tosto in soccorso di delta isola1, trascurando li pericoli, le difficoltà e le fatiche che dovevano incontrare, facendo un cosi lungo viaggio. La maggior parte di questi erano verso Tricala e Mezovo, quando appresero questa notizia, pure si unirono e tosto sciels[c]ero ducento cinquanta de’piú bravi fra di loro sotto la condotta de’capitani Chizo Bozari, Cazandoni, Schilodimo, Cumbaro e li spedirono verso qui. Mandarono prima un corpo di soli dieci per annunciarci il loro arrivo. Non vi fu disaggio che questi non abiano provato in questo loro passaggio. Li turchi che sospettarono questa loro intenzione si unirono tosto e dopo aver spedito un corpo staccato avanti per occupare tutte le gole delle montagne per cui dovevano passare e cosi impedire la lor venuta, li rimanenti si divisero in due corpi e li seguitarono, diedero pure notizia all’arabo Jussuf, il quale è accampato a Plajà. Questo mandò tosto cinquecento,/ φ.3v affinché occupassero la pianura di Zaverda, dalla quale li armatolo dovevano passare per imbarcarsi. Tutte queste operazioni de’ turchi non servirono che ad accrescere l’ardire dei greci ed a portar loro vergogna. In tutto il periodo degli otto giorni che essi si occuparono per giungere alla riva del mare incessantemente erano attaccati da nemici. Pure a fronte di questo non vi fu difficoltà, non passaggio difeso, non gole di montagne occupate che non abbiano superate col loro valore. Ogni volta che li turchi li vedevano arrivare con impeto contro loro si mettevano alla fuga e lasciavano loro il passaggio libero. Arrivati che furono a
1. Η λέξις αύτη και η προηγουμένη είναι δυσανάγνωστοι.
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Vustri di Acarnania, luoco distante da qui ore dieci, si trattennero per provvedersi di vittovaglie che da due giorni si erano privi per riposarsi dal lungo e faticoso viaggio. Dopo poco arrivarono li turchi ed esssendo il loro corpo quattro volte piú numeroso si vergognarono di fuggire l’incontro. Cominciarono dunque a spiegarsi ed a occupare le migliori posizioni per poter danneggiare e difendersi, per quanto era possibile. Questo pure fu inutile. Gli greci, dopo aver combattuto per quattro φ. 4 ore, li /[li] attaccarono con la spada alla mano e si aprirono con loro valore la strada. In questo fatto piú di venti turchi furono ammazzati ed assai piú feriti. De’greci uno solo perì e due furono leggermente feriti. Dopo questo felice attacco non ebbero piú li Turchi l’ardire di impedire il loro passaggio. Li 400 pure che da prima si trovavano in Zaverda avendo sentito la rotta degli altri non ardirono di attaccarli, ma li osservavano da lunghi, né ebbero l’ardire di discendere alla riva per impedir loro l’imbarco, il i quale segui alli primi del corrente nelle due cannoniere e nel vascello di cap(it)an Cristodulo Comitopulo, espressamente colà spedito, il quale nel giorno antecedente tirò molte cannonate alla riva dove erano comparsi li turchi e li fece ritirare nel giorno seguente. Tutti li armatolo sbarcarono e si accamparono alla sorgente, detta del Pascià. Molta gente dalla città corse ad incontrarli ed a congratularsi per il loro arrivo. Il giorno seguente vennero li loro capi in città e si presentarono alli Gen(er)ali Stheder e Papadopuli, li quali li accolsero con molta bontà, lodandoli per il loro zelo e valore.
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Αρχείον Ιονίου Γερουσίας Γεν. αρ. 9, αριθ. εγγρ. 348
Νο. 19
All’Illustrissimo Sig(no)r Segretario di Stato Finanze e F.A.
Il Commissario Estraordinario deH’Ecc(ellentissim)o Senato in S(ant)a Maura
Dal Commissariato Estraordin(ari)o
li 8 luglio 1807 g.s.
Tre viglietti uffiziali di V.S. Ill(ustrissi)ma, tutti tre datati li 2 corrente, vengono riscontrati nel presente. Sul complesso del loro tenore ho già in quest’incontro presentato all’Ecc(ellentissi)mo Senato li riverenti miei pensieri ed ò offerto al Consesso il prospetto della mia gestione.
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Intorno al decreto ch’Ella m’accompagna pel nuovo imprestito m’occuperò tosto e frattanto le protesto la distinta mia stima e somma considerazione.
Il Com. Est. C(ont)e CAPODISTRIA
Άνω διά χειρός του παραλήπτου: 12 lug. 1807. Il Seg. fi Stato Co. Zordina.
φ.1v Περίληψις διά χειρός του παραλαβόντος γραμματέως: No. 1328. Commissario Estraordinario Co. Capodistria. Riscontra tre viglietti in data 2 corr(ent)e e sarà per eseguirsi sull’imprestito nuovo.
Αρ. 19
Προς τον Εκλαμπρότατον κύριον Γραμματέα της Επικρατείας επί των Οικονομικών και των Ε.Δ.
Ο εν Αγία Μαύρα Έκτακτος Επίτροπος της Εξοχωτάτης Γερουσίας
Εκ του Εκτάκτου Επιτροπείου
τη 8 Ιουλίου 1807 π.η.
Διά του παρόντος δίδεται απάντησις εις τρία επίσημα έγγραφα της Υ. Εκλαμπροτάτης Αυθ., φέροντα και τα τρία ημερομηνίαν 2 τρέχοντος. Επί του γενικού αυτών περιεχομένου παρουσίασα ήδη εις την απάντησιν ταύτην προς την Εξοχωτάτην Γερουσίαν τας μετά σεβασμού σκέψεις μου και διετύπωσα προς το Συμβούλιον το σχέδιον της ενεργείας μου.
Σχετικώς προς το θέσπισμα διά το νέον δάνειον, το οποίον μου αποστέλλετε, θα ασχοληθώ λίαν προσεχώς, και εν τοσούτω σας εκφράζω την διακεκριμένην εκτίμησίν μου και υψίστην υπόληψιν.
Ο Έκτ. Επίτρ. Κόμης ΚΑΠΟΔΙΣΤΡΙΑΣ
Άνω: 12 Ιουλίου 1807. Ο Γραμμ. της Επικρατείας Κ. Τζορντίνας.
φ.1v Περίληψις: Αρ. 1328. Έκτακτος Επίτροπος Κ. Καποδίστριας. Δίδει απάντησιν εις τρία εγγραφα υπό ημερομηνίαν 2 τρέχοντος και θα απαντήση επί του νέου δανείου.
Σελ. 172
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Αρχείον Ιονίου Γερουσίας Γεν. αρ. 9, αριθ. εγγρ. 349
Νο. 25
Finanze
All’Ecc(ellenttissi)mo Senato
Il Commiss(ari)o Estraord(inari)o in S(ant)ta Maura
Dal Commiss(aria)to Estraord(inari)o
li 8 luglio 1807 g.s.
Nei primi giorni del corrente mese mi sono trovato senza pubblico fondo nella cassa aspettando sempre soccorsi da VV.EE. Ho dovuto necessariamente cercare un’imprestito. Lo ho determinato a mille zecchini d’oro. Graziosamente vi concorse il sig(no)r Col(onne)llo Zaghel, Comandante della fortezza, e lasciò che io liberamente determinassi il tempo della restituzione ed il cambio di questa somma. Impegnai la restituzione dopo un mese e spero di conciliare il cambio a misure discretissime.
Con questo denaro si potrebbe supplire alle spese giornaliere ristrette per ciò che mi spetta, al pagamento dei falegnami russi che travagliano nella fortezza, a quelli che la notte dano l’opera loro maestra φ.1v nelle nuove fortificazioni, alli repubblicani che tagliano /nei boschi pali; ma il soldo che in parte io devo far contribuire alla marina, le altre ricerche russe urgenti ed il pagamento degli albanesi faranno svanire ben presto anco questo sussidio. Spero d’altronde in quelli promessi da VV.EE. coll’uffizio dell’Ill(ustrissi)mo sig(no)r Seg(reta)rio di Stato dei 2 del corrente. Io p(er) accelerarli spedisco quest’oggi a Cefalonia ed al Zante la galeottina del cap(ita)n Potamiano, assicurata da russo presidio e da un uffiziale, che venne accordato nelle mie ricerche da S.E. il sig(no)r Generale Stether.
Malgrado le incessanti mie distrazioni per accorrere colla persona piú che col pensiero e nel luogo delle fortificazioni e nelle campagne ed ovunque eseguirsi debbono delle commissioni relative a questo precipuo oggetto della mia missione, malgrado ciò ho potuto cogliere un istante p(er) occuparmi direttamente della maniera con cui è amministrata questa finanza. Non dirò mai abbastanza quanta sia stata la mia sorpresa e come vivo sia stato il dolore da cui sono stato penetrato, veggendo che il Mag(istra)to alle Finanze non è stato giammai attivato non solo secondo le leggi della contabilità, ma nemmeno secondo la φ.2 legge organica,/che il denaro pubblico non è stato mai custodito che
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dal solo Tesoriere, che non v’è computista, per abile che egli sia, il quale possa dilucidare l’interna azienda di questa finanza; che le sue compagnie albanesi al soldo della Repubblica si pagavano dal Mag(istra)to, ossia dal Tesoriere, senza che norma di questo pagamento fosse un ruolo il quale colle forme dovute non ha mai esistito nel Mag(istra)to suddetto. Che finalmente i primi ad essere pagati ogni mese erano i funzionarj della lista civile, senza che avuto siasi riguardo all’esaurimento della finanza ed all’ingiustizia che si commetteva, pagando alcuni funzionarj che oggi sono di nome e negando e mercedi e pagamento p(er) mancanza di numerario a uomini che travagliano ed a proprietarj che somministrano effetti.
Dopo di aver conosciuto tutto questo ho fatto realizzare alla mia presenza la revista delle due compagnie albanesi, si è conformato il nuovo ruolo, ho ordinato che non sieno pagati che i presenti ed ho desiderato di vedere io in persona tutti gli assenti, tutte le ordinanze, φ.2ν tutti gli ammalati, prima che sieno registrati/nel ruolo i loro nomi p(er) essere pagati. Dalli 3 del corrente, fin’oggi non ho veduto nessuno ed è cosi che la pubblica cassa non ne paga che soli centoventisei che sono quelli che in fatti servono.
Le reviste saranno frequenti ed inaspettate e spero che si avrà un miglior servizio e minore spesa. Due istanze mi furono avanzate dai capitanj a nome delle loro compagnie, una prima con cui dimandano di essere dispensati dal pagare i diritti di uffizio che vengono ad essi richiesti p(er) codesto Dipartimento delle Finanze e Forz’Armata p(er) l’avuta organizzazione sistematica, l’altra di essere messi allo stesso soldo che percepiscono gli albanesi al servizio russo. Mi sono assunto l’incarico di implorare per essi la pubblica beneficenza. E la imploro.
Messo in ordine questo ramo dell’amministrazione io sperava che le insinuazioni vocali avessero potuto bastare, perché intorno agli altri le leggi ulteriormente non fossero neglette. Sono stato obbligato, veggendo sempre eguale l’indolenza, di dirigermi alla Reggenza coll’uffizio che in copia rassegno a VV.EE. sotto no. 1.
φ.3 Quando sfortunatamente nessun effetto reale fosse/per risultare da questa mossa, io sono determinato di prendere direttamente qualche altra vigorosa misura, poiché mi sono assicurato personalmente che la mormorazione per cosi fatte negligenze oltrepassa di molto i confini di questa città e stendesi molto nelle campagne soggette da otto mesi a questa parte a requisizioni violenti e continue di ogni maniera e sempre gratuite. Pochi e p(er) qualche giorno soltanto dei legionarj della truppa civica hanno accolto e ricevuto il soldo accordato dalla legge. Tutti servono colla persona coi loro animali da soma senza nulla esigere,
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fuorché il risparmio del pubblico denaro onde non ricadano sopra di essi de’nuovi aggravj.
Resta che una revista sia fatta eziandio sullo stato dell’amministrazione de’luoghi pii. La ho promessa per levarmi d’attorno uno sciame di villani, i quali sanno per sino che l’affitto di casa accordato al Ministro per la residenza del Mag(istra)to è superiore di molto a quello che il Ministro stesso paga per tutta la sua casa ove tenevansi le sessioni.
Non è della mia competenza il manumettermi in questa che è φ.3v tutta giurisdizione del Governo/locale. Ma fui costretto di prenderla e per le ragioni soprannunziate e p(er) calmare le doglianze di tutta quella gente che veggo ogni giorno e che non fa grande fatica di farsi vedere anco dai forestieri che ci presidiano.
Devo giustificare alcune partite del foglio che ho indirizzato col mio rapporto no. 14. Questa giustificazione la abbiano VV.EE. da quanto ho rassegnato col rapporto no. - e del presente.
Imploro la continuazione della pubblica grazia.
Il Comm. Est. C(ont)e CAPODISTRIA
φ.1 Άνω διά χειρός του παραλήπτου: 12 lug. 1807. Il Seg. di Stato Co. Zordina.
Αρ. 25
Οικονομία
Προς την Εξοχωτάτην Γερουσίαν
Ο εν Αγία Μαύρα Έκτακτος Επίτροπος
Εκ του Εκτάκτου Επιτροπείου
τη 8 Ιουλίου 1807 π.η.
Κατά τας πρώτας ημέρας τρέχοντος μηνός ευρέθην άνευ δημοσίων χρημάτων του ταμείου αναμένων διαρκώς συνδρομήν παρά των Υ.Υ. Ε.Ε. Υπεχρεώθην εξ ανάγκης να αναζητήσω δάνειον. Καθώρισα τούτο εις χίλια χρυσά τσεκίνια. Ευτυχώς συνέδραμε ο Συνταγματάρχης κύριος Ζάγγελ, φρούραρχος, και επέτρεψε να καθορίσω ελευθέρως τον χρόνον της επιστροφής και το συνάλλαγμα του ποσού τούτου. Υπεχρεώθην εις επιστροφήν μετά ένα μήνα και ελπίζω να συμφωνήσω το συνάλλαγμα εις τιμάς λίαν συγκαταβατικάς.
Διά των χρημάτων τούτων θα ήτο δυνατόν να αντεπεξέλθω εις τα καθη-
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μερινά έξοδα, λίαν περιωρισμένα εις ό,τι με αφορά, εις την πληρωμήν των Ρώσων ξυλουργών οι οποίοι εργάζονται εις το φρούριον, εις εκείνους οι οποίοι παρέχουν κατά την νύκτα την τεχνικήν εργασίαν των εις τας νέας οχυρώσεις, φ. 1v εις τους υπηκόους της Πολιτείας οι οποίοι τέμνουν / πασσάλους εις τα δάση, αλλά τα χρήματα διά των οποίων πρέπει να συνδράμω εν μέρει το Ναυτικόν, αι άλλαι επείγουσαι ρωσικαί επιδιώξεις και η πληρωμή των Αλβανών θα εξαντλήσουν ταχύτατα και αυτήν την βοήθειαν. Αφ’ ετέρου ελπίζω εις εκείνα τα οποία αι Υ.Υ. Ε.Ε. μου υπεσχέθησαν διά του εγγράφου των 2 τρέχοντος του Εκλαμπροτάτου κυρίου Γραμματέως της Επικρατείας. Διά να τα επιταχύνω, αποστέλλω αμέσως σήμερον εις Κεφαλληνίαν και εις την Ζάκυνθον την μικράν γαλέραν του καπετάν Ποταμιάνου, ασφαλώς συνοδευομένην υπό ρωσικής φρουράς και αξιωματικού, ο οποίος παρεχωρήθη κατά τας αναζητήσεις μου υπό της Α.Ε. του Στρατηγού κυρίου Στέδερ.
Παρά τους ατελευτήτους περισπασμούς μου να παρευρίσκωμαι μάλλον αυτοπροσώπως παρά διά της σκέψεως και εις τον τόπον των οχυρώσεων και εις την ύπαιθρον και οπουδήποτε πρέπει να εκτελώνται παραγγελίαι σχετικαί προς τον εξέχοντα τούτον σκοπόν της αποστολής μου, παρά ταύτα ηδυνήθην να εύρω ελάχιστον χρόνον, διά να ασχοληθώ απ’ ευθείας περί του τρόπου κατά τον οποίον ησκήθη η διαχείρισις των οικονομικών τούτων. Ουδέποτε θα εκφράσω ικανοποιητικώς πόση υπήρξεν η έκπληξίς μου και πόσον ισχυρά υπήρξεν η λύπη εκ της οποίας επληγώθην, ότε είδον ότι η επί των Οικονομικών Υπηρεσία ουδέποτε εδραστηριοποιήθη ουχί μόνον κατά τους νόμους της λογιστικής, φ.2 αλλ’ ουδέ κατά τον οργανικόν νόμον τούλάχιστον, / ότι το δημόσιον χρήμα ουδέποτε εφυλάχθη, ειμή παρά μόνον του θησαυροφύλακος, ότι δεν υπάρχει λογιστής, όσον ικανός και αν είναι, ο οποίος να δύναται να διαφώτιση την εσωτερικήν διαχείρισιν των οικονομικών τούτων· ότι τα αλβανικά σώματα επί μισθώ της Πολιτείας ημείβοντο υπό της Υπηρεσίας είτε του Θησαυροφύλακος, χωρίς να υφίσταται κατάστασις ως βάσις της πληρωμής ταύτης, η οποία ουδέποτε υπήρξεν εις την άνω ειρημένην Υπηρεσίαν κατά τους δέοντας τύπους, ότι, τέλος, οι πρώτοι διά πληρωμήν έκαστον μήνα ήσαν οι υπάλληλοι του πολιτικού καταλόγου, χωρίς να λαμβάνεται υπ’ όψιν η εξάντλησις των χρημάτων και η αδικία η οποία διεπράττετο διά της αμοιβής υπαλλήλων τινών οι οποίοι σήμερον υπάρχουν κατ’ όνομα και διά της αρνήσεως μισθών και αμοιβής ένεκα ελλείψεως μετρητών εις ανθρώπους οι οποίοι μοχθούν και εις ιδιοκτήτας οι οποίοι προμηθεύουν είδη.
Ότε αντελήφθην πάντα ταύτα, διέταξα να γίνη επί παρουσία μου ο έλεγχος των δύο αλβανικών σωμάτων, εσχηματίσθη η νέα επετηρίς, διέταξα να μη πληρώνωνται, ειμή οι παρόντες, και ηθέλησα να ίδω αυτοπροσώπως πάντας τους απόντας, πάντας τους ακολούθους, πάντας τους ασθενείς, πριν ή φ.2ν καταχωρισθούν/εις την επετηρίδα τα ονόματά των, διά να πληρωθούν. Από της 3 τρέχοντος μέχρι σήμερον ουδένα είδον, και εις τούτο οφείλεται ότι τοι-
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ουτοτρόπως το δημόσιον ταμείον πληρώνει μόνον εκατόν είκοσι έξ, οι οποίοι είναι εκείνοι οι οποίοι πράγματι υπηρετούν.
Αι επιθεωρήσεις θα είναι συχναί και απροσδόκητοι, και ελπίζω ότι θα υπάρξη καλλίτερα υπηρεσία και μικρότερα δαπάνη. Μου υπεβλήθησαν δύο αιτήσεις υπό των οπλαρχηγών εξ ονόματος των σωμάτων των: η πρώτη, διά της οποίας ζητούν να απαλλαγούν της πληρωμής των δικαιωμάτων της υπηρεσίας, η οποία <πληρωμή> εζητήθη παρ’ αυτών διά του εκείσε Τμήματος Οικονομικών και Ενόπλων Δυνάμεων διά την πραγματοποιηθείσαν συστηματικήν οργάνωσιν· η δευτέρα, να τεθούν εις υπηρεσίαν αντί των ιδίων χρημάτων τα οποία εισπράττουν οι εις την ρωσικήν υπηρεσίαν Αλβανοί. Ανέλαβον την υποχρέωσιν να παρακαλέσω δι’ αυτούς την γενναιοδωρίαν του δημοσίου. Και παρακαλώ διά τούτο.
Αφού ετακτοποιήθη ο κλάδος ούτος της διοικήσεως, ήλπιζον ότι αι προφορικαί συστάσεις θα ηδύναντο να αρκέσουν, διά να μη παραμεληθούν περαιτέρω οι νόμοι σχετικώς προς τα λοιπά. Ηναγκάσθην, επειδή έβλεπον πάντοτε την αυτήν αδιαφορίαν, να απευθυνθώ εις την Αρχήν του Κυβερνήτου διά του εγγράφου το οποίον υποβάλλω εν αντιγράφω προς τας Υ.Υ.Ε.Ε. υπ’ αριθ. 1.
φ.3 Εάν ουδέν πρακτικόν αποτέλεσμα δυστυχώς / επρόκειτο να εξαχθή εκ της κινήσεώς <μου> ταύτης, είμαι αποφασισμένος να λάβω ευθέως άλλα τινά σοβαρά μέτρα, εφόσον έχω βεβαιωθή προσωπικώς ότι οι ψίθυροι διά τας ούτω δημιουργουμένας παραβάσεις <του νόμου> υπερπηδούν κατά πολύ τα όρια της πόλεως ταύτης και διαδίδονται ευρέως εις την ύπαιθρον την υποκειμένην από οκτώ μηνών ενταύθα εις βιαίας και συνεχείς επιτάξεις παντός είδους και πάντοτε χαριζομένας. Ολίγοι εκ των λεγεωνάριων της πολιτοφυλακής και δι’ ολίγας μόνον ημέρας εδέχθησαν και έλαβον τα χρήματα τα χορηγούμενα κατά τον νόμον. Πάντες υπηρετούν αυτοπροσώπως μετά των υποζυγίων των, χωρίς ουδέν να απαιτούν, πλην της φειδούς εις το δημόσιον χρήμα, διά να μη επιπέσουν επ’ αυτών νέαι επιβαρύνσεις.
Υπολείπεται να γίνη έλεγχος προσέτι εις την κατάστασιν της διοικήσεως των ευαγών ιδρυμάτων. Τον υπεσχέθην, διά να απαλλαγώ σμήνους χωρικών, οι οποίοι γνωρίζουν ακόμη και ότι το ενοίκιον του οίκου το συμφωνηθέν μετά του <ανωτέρου> Υπαλλήλου διά την έδραν της Υπηρεσίας είναι κατά πολύ ανώτερον εκείνου το οποίον ο ίδιος Υπάλληλος πληρώνει δι’ ολόκληρον την οικίαν του, όπου εγίνοντο αι συνεδριάσεις.
Δεν είναι της αρμοδιότητός μου το να επιληφθώ του θέματος τούτου, το οποίον είναι ολόκληρον εις την δικαιοδοσίαν της τοπικής Διοικήσεως./ Αλλά ηναγκάσθην να την αναλάβω και διά τους προαναφερθέντας λόγους και διά να κατασιγάσω τα παράπονα όλων αυτών των ανθρώπων, τους οποίους βλέπω καθημερινώς, και οι οποίοι ευκόλως εμφανίζονται προ των ξένων, οι οποίοι μας φρουρούν.
Πρέπει να δικαιολογήσω ωρισμένας μερίδας εις το έγγραφον το οποίον
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απηύθυνα διά της εκθέσεώς μου, αρ. 14. Την εξήγησιν ταύτην αιi Υ.Υ. Ε.Ε. ας την λάβουν εξ όσων ανέφερα διά της εκθέσεώς μου αρ. — και της παρούσης.
Παρακαλώ την συνέχισιν της δημοσίας ευνοίας.
Ο Έκτ. Επίτρ. Κόμης ΚΑΠΟΔΙΣΤΡΙΑΣ
φ.1v Άνω: 12 Ιουλίου 1807. Ο Γραμμ. της Επικρατείας Κ. Τζορντίνας.
Αρχείον Ιονίου Γερουσίας Γεν. αρ. 9, αριθ. εγγρ. 349, συνημμένον
No. 1
Copia di lettera scritta dall’Ill(ustrissi)mo Comm(issario) Estraordinario in S(ant)a Maura al P(ri)mo Regg(ent)e V(ic)e Pritano dell’ isola stessa in data 6 luglio 1807 s.v.
È noto abbastanza a questo Governo quanta sia l’angustia nella quale versa da lungo tempo la pub(blic)a economia e come giornaliere, molte ed urgenti sieno le opere che la custodia militare di quest’isola ha reso necessarie e quindi come siavi uno sbilancio spaventevole fra lo stato attivo ed il passivo della pubblica cassa.
Deve essere parimenti noto a cadauno degl’abitanti di quest’isola e quindi a tutti li mag(istra)ti funzionarj che per questo sbilancio non ricevono necessariamente soldo effettivo dalla pub(blic)a cassa per quanto spetta alla mia gestione che i lavoratori russi, i militari ed alcuni artigiani, i quali nell’esercizio del loro mestiere confidano l’esistenza loro e quella delle loro famiglie. Gl’altri tutti si appagano e con nobile spontaneità di sentimenti di ritirare in luogo del soldo che ad essi si deve un titolo che li autorizza ad esigerlo un giorno, quando cioè sulla pubblica economia altre misure piú estese si prenderanno.
Non può ignorare nissuno che per rendere conciliabile l’esecuzione sollecita dei presenti lavori colla misurata cooperazione delle risorse che fisicamente ed economicam(ente) offrir poteva questo paese si sono interessati gl’abitanti tutti della Repub(blic)a e tutti con offerte generose e spontanee diedero non poco soccorso all’opera grandiosa della fortificaz. di S(ant)a Maura./
φ.1v In seguito a queste osservazioni che cader devono sull’occhio di tutti io non posso ch’essere dolente e sorpreso nello scuoprire che i primi a cercare indiscretamente all’erario pubblico i loro soldi sono li
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funzionarj componenti cod(est)a lista civile; come non posso dissimulare che pari si è la mia sorpresa e dolore, veggendo che l’erario pubblico lasciandosi sedurre dall’istanze di quest’uomini non molto cittadini, a questi da accoglienza ingiusta per accrescere la sua depauperazione e per rendere pili odiosa la mano stessa del Governo, la quale contemporaneam(ente) si estende sulle proprietà degl’altri, senza retribuire ai medesimi che ima speranza di risarcimento.
Per questo io mi sono rivolto a cod(est)o Mag(istrat)o ed Agg(iun)tJ alla Finanza ed ho loro esternato li pili chiari sensi di disapprovazione, insistendo perché ulteriormente non abbia luoco un tale indecente ed ingiusto procedere e perché sia dalla saviezza sua messo un riparo a quanto ebbe luogo il giorno primo del cad(ente) mese. Il Mag(istrat)o mi fece conoscere per sua giustificazione il disordine in cui si trova l’amministrazione della finanza. Io, mentre trovo che nessuna giustificazione è ammissibile in affare di tanta importanza, devo poi dall’ altra esigere che immediatamente sia tolto questo disordine, facendo che una volta abbi luoco l’esecuzione delle leggi fin’ora neglette con vero φ.2 sconforto di tutti. Queste leggi sono quelle /il visto di questo Estraordinario Commissariato.
Ho l’onore
Per copia conforme
Il Seg(reta)rio P. PEDEMONTI
φ.2ν Περίληψις διά χειρός του παραλαβόντος γραμματέως: Νο. 1330. Commissario Estraordinario. Fa p(rese)nte sulla necessità che si trovò di ricercare un’imprestanza di mille zecchini e riflette alcune altre cose.
Αρ. 1
Αντίγραφον εγγράφου σταλέντος υπό του Εκλαμπροτάτου Εκτάκτου Επιτρόπου εν Αγία Μαύρα προς τον Πρώτον Κυβερνήτην, Αντιπρύτανιν της αυτής νήσου, υπό ημερομηνίαν 6 Ιουλίου 1807 π.η.
Είναι αρκούντως γνωστόν εις την Κυβέρνησιν πόσον μεγάλη υπήρξεν η δυσχέρεια εις την οποίαν αναστρέφεται από μακρού χρόνου η δημοσία οικονομία και πόσον καθημεριναί, πολλαί και επείγουσαι υπήρξαν αι εργασίαι τας
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οποίας η στρατιωτική φρούρησις της νήσου ταύτης κατέστησεν αναγκαίας και εκ τούτων πόσον φοβερά είναι η ελλειμματική διαφορά μεταξύ του ενεργητικού και του παθητικού του δημοσίου ταμείου.
Πρέπει να είναι εξ ίσου γνωστόν εις έκαστον των κατοίκων της νήσου ταύτης και εντεύθεν εις όλας τας υπαλληλικάς υπηρεσίας ότι διά το έλλειμμα τούτο λαμβάνουν εξ ανάγκης πραγματικόν χρήμα εκ του δημοσίου ταμείου εις ό,τι αφορά εις την διαχείρισιν μου <μόνον> οι Ρώσοι εργάται, οι στρατιωτικοί και μερικοί τεχνίται, οι οποίοι εμπιστεύονται εις την άσκησιν του επαγγέλματός των την ύπαρξίν των και εκείνην των οικογενειών των. Πάντες οι λοιποί ικανοποιούνται, και μετ’ ευγενούς αυθορμητισμού αισθημάτων, να λάβουν εις την θέσιν των χρημάτων τα οποία τους οφείλονται εν δικαίωμα, το οποίον τους εξουσιοδοτεί να το απαιτήσουν ημέραν τινά, όταν δηλαδή ληφθούν επί της δημοσίας οικονομίας άλλα ευρύτερα μέτρα.
Ουδείς δύναται να αγνοή ότι, διά να καταστήσωμεν πραγματοποιήσιμων την εσπευσμένην εκτέλεσιν των παρουσών εργασιών διά της περιωρισμένης συμβολής των εσόδων τα οποία ηδύνατο να προσφέρη φυσικώς και οικονομικώς η χώρα αύτη, ενδιεφέρθησαν πάντες οι κάτοικοι της Πολιτείας και πάντες διά γενναίων και αυθορμήτων προσφορών έδωσαν ουχί μικράν βοήθειαν εις το μεγαλοπρεπές έργον των οχυρώσεων της Αγίας Μαύρας./
φ. 1v Εν συνεχεία των παρατηρήσεων τούτων, αι οποίαι πρέπει να υποπέσουν εις την αντίληψιν πάντων, δεν δύναμαι ειμή να αισθάνωμαι πόνον και έκπληξιν εν τη ανακαλύψει ότι οι πρώτοι οίτινες ζητούν μετ’ αδιακρισίας τα χρήματά των παρά του δημοσίου ταμείου είναι οι υπάλληλοι οι συνθέτοντες τον κατάλογον των ενταύθα πολιτικών υπαλλήλων· όπως δεν δύναμαι να αποκρύψω ότι είναι ίσα η έκπληξίς μου και ο πόνος μου, επειδή βλέπω ότι το δημόσιον ταμείον εγκαταλειπόμενον να απομακρυνθή του προορισμού του λόγω των απαιτήσεων των ανθρώπων τούτων, ουχί τελείων πολιτών, παραδέχεται τας απαιτήσεις τούτων, διά να αυξήσουν την πτωχίαν του και διά να καταστήσουν μάλλον μισητήν αυτήν την εξουσίαν της Κυβερνήσεως, η οποία ταυτοχρόνως επεκτείνεται εις τας ιδοκτησίας των άλλων, χωρίς να παράσχη εις τους ιδίους ειμή ελπίδα τινά αποζημιώσεως.
Διά τούτο απηυθύνθην εις την ενταύθα Υπηρεσίαν της Οικονομίας μετά των Προσθέτων Μελών και εξέφρασα εις τούτους τα καθαρώτερα συναισθήματα αποδοκιμασίας, επιμένων να μη λάβη περαιτέρω χώραν παρομοία ανάρμοστος και αδικος έκβασις και να δοθή υπό της σωφροσύνης των επανόρθωσις εις ό,τι έλαβε χώραν την πρώτην λήγοντος μηνός. Η Υπηρεσία προς δικαιολόγησίν της μου εγνωστοποίησε την αταξίαν εις την οποίαν ευρίσκεται η διοίκησις των οικονομικών. Ενώ ευρίσκω ότι ουδεμία δικαιολογία είναι παραδεκτή εις υπόθεσιν τόσης σημασίας, πρέπει αφ’ ετέρου να απαιτήσω να παύση αμέσως η αταξία αυτή συντελών εις το να πραγματοποιηθή άπαξ η εκτέλεσις των νόμων, οι οποίοι μέχρι τώρα παρημελήθησαν μετ’ αληθούς αποθαρρύν-
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φ.2 σεως όλων. Οι νόμοι ούτοι είναι / η άποψις του Εκτάκτου τούτου Επιτρόπου.
Έχω την τιμήν
Διά το ακριβές αντίγραφον
Ο Γραμματεύς Π. ΠΕΔΕΜΟΝΤΗΣ
φ.2ν Περίληψις: Αρ. 1330. Έκτακτος Επίτροπος. Ανακοινώνει περί της ανάγκης εις την οποίαν ευρέθη να αναζητήση δανεισμόν χιλίων τσεκινίων και γνωρίζει άλλας τινάς σκέψεις.
26
Αρχείον Ιονίου Γερουσίας Γεν. αριθ. 9, αριθ. εγγρ. 352
Νο. 24
Dip. Finanze
All’Ecc(ellentissi)mo Senato
Il Commiss(ari)o traordinario in sS(an)ta Maura
Dal Commiss(aria)to Estraord(inari)o
li 8 luglio 1807 g.s.
Ero ben provenuto dell’opinione svantaggiosa che VV.EE. hanno della nostra Marina Armata. Ma io mi ero lusingato che in qualche maniera potesse diminuire questa somma sventura la destinazione fatta di un abile direttore, quale si è il sig(no)r Maggiore Siguri, e l’opera incessante che dal canto mio si è prestata e si presta per togliere gli abus1 e mettere in disciplina questo importante servigio e per conciliare con questi oggetti p(er) quanto è possibile la pubblica economia.
Né il procedere reo dell’armatore russo Timoteo Vucinà, di cui fa lungo discorso il dispaccio dell’Ill(ustrissi)mo sig(no)r Seg(reta)rio di Stato delle Finanze e Forz’Armata dei 2 del corrente, né la condotta del cap(ita)n Colocotroni sembrar possono argomenti bastevoli per determinare la pubblica indignazione sopra tutti i bastimenti armati al grado φ.1v di risolvere per questo solo oggetto/l’abbandono assoluto di essi a straniera cura e sopravveglianza, restando intanto a pubblico aggravio il loro trattenimento.
Se Timoteo Vucinà commisse tanti delitti, se l’Ecc(ellentissi)mo Senato ha preso severe misure p(er) fare che un’esemplare giustizia giunga a punirlo, io rispettosamente osserverò che sarebbe stato parimente prov-
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vido consiglio il partecipare con avvisi circolari le reggenze delle isole, come il Marittimo Comando di S(ant)a Maura e quello del Zante, onde quest’ armatore fosse sempre allontanato dai porti e dai mari della Repubblica od almeno affinché non avvenisse quello ch’è avvenuto p(er) sola mancanza di esattezza nelle dovute comunicazioni e non certo p(er) mia causa, non essendo io in dovere di conoscere quello che ignorava la Reggenza di S(an)ta Maura, S.E. il Generale Stether ed il Cav(alie)r Barozzi, allora Capitanio e Direttore della Repubblicana Marina.
L’arrivo per altro degli ordini di VV.EE. sul suddetto cap(ita)n Timoteo è ben posteriore al suo licenziamento, avendo io presa questa misura per le ragioni esposte nell’atto che rassegno alla sapienza di VV. EE. sotto no. 1.
Quanto al Colocotroni, sarà mio dovere di eseguire esattamente φ.2 la pubblica volontà, quando mi sarò /concertato con S.E. il sig(no)r Generale Papadopulo e Stether e quando il suddetto capitano col suo bastimento passerà nella sponda dell’isola intitolata S(a)n Nicolò, situazione questa piú assai opportuna dell’opposta, ove ora si attrova, perché il cap(itan)o assoggettar si possa a severe ed esemplari emende.
Se esso poi anziché l’armatore fece il pirata, questo è un effetto necessario della poca esattezza e del nessuno sistema con cui facevasi il servigio prima dell’arrivo del Maggiore Siguri. E se, malgrado alla vigilanza con cui oggi si guardano gli oggetti tutti che sono relativi all’ Armo Marittimo, lo stesso Colocotroni od altro bastimento al soldo della Repubblica commettesse consimili reità, non è p(er) questo che prender non si possano severe misure le quali argino per sempre e lo stesso e qualunque altro.
Rifletterò poi che il Colocotroni non è Settinsulare e che nessuno del suo equipaggio ci appartiene.
Quanto a me avrò forse con qualche predilezione e con sentimenti troppo patriottici giudicato dei miei connazionali lusingandomi che ordinati con severe discipline possano essi bene meritarsi della patria ed φ.2v acquietarsi un grado/di considerazione dai russi che devono stimarli prima per unirsi ad essi e p(er) difendere lo stato nostro. Ma quando il Governo è il primo a disperare intorno al loro riordinamento e ristringe tutte le sue cure al solo minore dispendio, certo che pari deve essere per lo meno il giudizio che i russi portar devono di questa nostra forza nazionale e quindi non so quali essere possano i risultati e le speranze dei travaglj, dei dispendj e delle cure del nostro Governo nella presente guerra. Pare che VV.EE. vogliano spendere, senza che nessuno che siasi sappia della spesa che fasi p(er) l’Armo Marittimo. Pare che vogliasi ridurre al minor grado possibile questo dispendio, non minorando
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il numero dei bastimenti, ma sostituendo a quelli fra i trattenuti che non concorressero a questa diminuzione di spesa degli altri fra quei molti che dimandano di essere messi al soldo della Repubb(lic)a.
L’Ill(ustrissi)mo sig(no)r Seg(reta)rio di Stato col suo uffizio dei 2 luglio mi ordina di occuparmi seriamente dell’esecuzione di questi ordini. Io sempre seriamente mi siono occupato dei venerati comandi di VV.EE.; ma non vi è serietà che basti all’adempimento delle pubbliche φ. 3 commissioni. Si / [si] oppongono difficoltà insormontabili e tali che soverchiare non si possono, senza nuocere direttamente al pubblico servigio e senza compromettersi dinanzi al russo presidio che generosamente si presta alla custodia, alla salvezza ed alla felicità dello stato.
La prima difficoltà che si presenta quanto al ritirare i contratti si è la dichiarazione già da me rilasciata ai due capitanj Cuppa e Riziardopulo nell’atto di rimettere ad essi le lettere di marca ed il paviglione russo. Le hanno ricerate ed il Cuppa prepose questa condizione alla sua partenza per Cerigo. Il Conduri e Caligà parimenti hanno chiesto questo riscontro ed io non ho potuto negarlo, poiché parvemi doveroso testificare in iscritto ima verità d’altronde nota, sulla quale io non poteva scorgere, come non scorgo ragione nessuna per nasconderla, ed intorno alla quale i capitanj hanno un’interesse troppo vivo per non negligere l’ottenimento di una dichiarazione che li assicuri della costanza di quella retribuzione a cui il Governo si è impegnato. La formula di questa dichiarazione è rassegnata nell’inserta sotto no. 2. Essendo gli ordini di W.EE. posteriori a questa dichiarazione io credo di non poterli eseguire φ. 3v tanto piú che fattone qualche lontano cenno ho / trovato tutta la resistenza nei capitanj di molto desti in tutto ciò che li riguarda.
La seconda difficoltà quanto alla diminuzione diretta del soldo si è che senza cercare il concorso spontaneo dei capitanj nulla è, ed è forza considerarli già trattenuti colla impossibilità di sostituirne degli altri. Se fosse preferibile l’economia al servigio ed alla difesa a cui sono destinati questi bastimenti, se il Governo avesse questo convincimento e se potesse esso soffrire oppure se il Comando Russo soffrisse che la difesa marittima dello stato appoggiata fosse ai soli bastimenti imperiali russi, allora non restarebbe che congedare tutti i settinsulari. Ma se su di questi S.E. il Vice Ammiraglio calcola una vera cooperazione, se il Comando Generale di Corfú la determina e se finalmente a questi bastimenti è confidata la marittima difesa di S. Maura e dei mari della Repubblica, io non so come calcolare non si debba pel solo oggetto economico il maggiore o minor grado di servizio che prestar possono.
Egli è certo che i bastimenti senza artiglieria non servono ed è provato dall’altra che l’armamento dei quattro bastimenti cefalleni costò due mesi di travaglio al Pritano di Cefalonia ed al Cav(alie)r Barozzi.
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φ.4 Bisogna entrare in /[in] tutti i dettagli di questo armamento, bisogna essere in mezzo a questi affari p(er) giudicare delle difficoltà moltiplici che si presentano p(er) raccogliere i cannoni e le palle, p(er) persuadere o forzare gli uni a venderli e gli altri ad acquistare. Uno à cannoni e non à bastimento, l’altro à bastimento senza cannoni o con cannoni di ineficace calibro. Molti sono gl’interessati, disuguali sono gl’interessi, e bisogna combinare tutti questi oggetti disparati per armare dei bastimenti imperfettamente. La sostituzione di nuovi non è dunque né facile né ottenibile col buon servigio. Bisogna poi se le difficoltà si superassero e avere anco il consentimento del russo Direttore; ed esso, come mi fece presentire, giustificherà il suo dissenso adducendo che per tal maniera perduto sarebbe il frutto delle molte sue fatiche p(er) far sentire disciplina e per dare istruzione di militare servigio ai capitanj ed agli equipaggj che non sono valenti per la maggior parte che nella mercantile navigazione. Finalmente, se si avesse l’esperienza della fedeltà e della capacità di quelli che già servono, come si potrebbe φ.4v preferire p(er) oggetto / solo di risparmio degli altri bastimenti, capitanj ed equipaggj nuovi nel servizio e non provati? Se l’oggetto che si confida a questi uomini fosse mercantile, potrebbesi nella bilancia contrapporre sempre il maggior risparmio, ma la difesa di un’isola e dello stato, la dignità del Gov(e)rno, l’onore nazionale, sono oggetti i quali pare che non abbino prezzo e che non soffrano di essere misurati col piú o meno dei dispendj.
Quando poi si voglia giustamente e con calma esaminare le spese alle quali soggiace un capitano p(er) nutrire e pagare il suo equipaggio e per mantenere in attività il suo bastimento senza ch’esso possa calcolare sopra nessun altro profitto e soggiacendo a tutti i danni della guerra, troveràsi che i soldi accordati o non sono soverchj o di assai poco si potrebbero diminuire. Io di questo mi sono occupato con molta diligenza e fatti i piú esatti calcoli me ne sono assicurato nella maniera la piú positiva.
Per tutte le sopraccennate ragioni io ho osato di presentare a VV. EE. col mio rapporto no. 10 un progetto il quale non è dei capitanj, ma mio, e quindi non è che i capitanj abbino fatto indiscrete propoφ.5 sizioni, ma egli è che io ho accolto / da essi ciò che condur poteva a migliori misure e ad un piú ben regolato sistema secondo la mia maniera di vedere questo Marittimo Armo.
Comunque siasi io mi presterò egualmente con piena dedicazione all’eseguimento degli ordini venerati di VV.EE. e stimerò p(er) mia somma sventura di
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Perché poi l’Ecc(ellentissi)mo Senato sia sicuro che non è negletta nessuna cura onde tolti sieno gli abusi, io imploro che sia data qualche considerazione ai motivi pei quali fu congedato il cap(ita)nio Timoteo Vucinà.
Aggiungerò che sui bastimenti come sulle galiottine si fanno due e tre reviste al mese improvvisamente di giorno e di notte in differenti ancoraggj e che appunto p(er) aver trovato in diffetto di un marinajo l’equipaggio della galeottina cap(ita)n Nicolin Potamiano ha ordinato che trattenuto fosse il primo del cor(rente) il soldo mensuale di questo assente com’è stato anco eseguito.
Non si è giammai fatto altrettanto. Anzi con mio doloro devo φ.5v rimarcare a VV. EE. che le / barche cannoniere, da molti mesi pagate dalla pubblica cassa, ricevevano fino al primo del corrente il loro soldo, senza ch’esistesse nessun registro degli uomini ai quali si retribuiva. Ora i roli sono complilati e le reviste si fanno frequentamente colla ronda notturna da un membro del Mag(istra)to alle Finanze e qualche volta da me.
Per chiudere in questo rapporto tutto ciò ch’io devo rassegnare a VV. EE. intorno alla Marina Armata aggiungerò quanto segue.
Monsignore Ignazio mi ha chiesto l’armo di due barche leucadiensi p(er) gli oggetti relativi alle incombenze ch’esso ha da S.E. il sig(no)r Ministro Plenipotenziario di Russia, incombenze queste che divigonsi essenzialmente alla difesa di S. Maura, all’approvvigionamento di viveri dello stato e ad operazioni esteriori, sostenute dai valorosi armatolo (ossia ladri).
Queste due barche sono state messe al servizio colle norme dai contratti che occludo sotto no. 3 e sulle medesime si fecero sotto gli ordini del sig(no)r Cumani, comandante di pubblico legno russo, alcune fortificazioni per le quali esse barche possono anco in ogni occorφ.6 renza armarsi di grossi / [grossi] cannoni. Ho fatto somministrare i materiali necessarj ed ho in una parola secondato pienamente questa ricerca, poiché ne sono autorizzato da S.E. il sig(no)r Ministro Plenipotenz(iari)o, perché alle ricerche del Vescovo suddetto si unirono quelle del Militare Comando, perché finalmente io stesso sono stato convinto della necessità e dell'utilità di una tale misura. VV. EE. ne avranno un riscontro in altro rapporto che umilio con questa spedizione.
S.E. il sig(no)r Ministro Plenipotenziario con suo rescritto dei 15/27 giugno mi ordina di aggiungere all’Armo Marittimo la galeottina del sig(no)r Maggiore Siguri. Io ho cercato di guadagnare tempo e di combinare in qualche altra maniera l’esecuzione degli ordini di S.E. il Plenipotenziario colle convenienze del pubblico erario. Fin ora non ho stipulato il contratto, ma oramai stretto da tutte le parti e sollecitato
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eziandio da S.E. il sig(no)r Generale Papadopulo, il quale trova che bisogna accrescere il numero dei piccioli legni, sono nella necessità di dar termine a questo affare, come oggi ho dovuto far passare al eud(det)to sig(no)r Magg(io)re un’acconto di tallari cinquecento.
Imploro la continuaz(io)ne della pubblica grazia.
Il Comm. Est. C(ont)e CAPODISTRIA
Άνω διά χειρός του παραλήπτου: 12 lug. 1807. Il Seg. di Stato Co. Zordina. Con inserte tre.
Αρ. 24
Τμ. Οικονομικών
Προς την Εξοχωτάτην Γερουσίαν
Ο εν Αγία Μαύρα Έκτακτος Επίτροπος
Εκ του Εκτάκτου Επιτροπείου
τη 8 Ιουλίου 1807 π.η.
Είχον καλώς πληροφορηθή περί της δυσμενούς γνώμης την οποίαν αι Υ.Υ. Ε.Ε. έχουν περί του ημετέρου Πολεμικού Ναυτικού. Αλλ’ είχον την ελπίδα ότι κατά τινα τρόπον θα ηδύνατο να μειώση την μεγίστην ταύτην κακοδαιμονίαν ο γενόμενος διορισμός ικανού διοικητού, ο οποίος είναι ο Ταγματάρχης κύριος Ζυγούρης, και η συνεχής βοήθεια ήτις παρεσχέθη υπ’ εμού και παρέχεται, διά να εξαφανίσωμεν τας καταχρήσεις και να θέσωμεν εις πειθαρχίαν την σπουδαίαν ταύτην υπηρεσίαν και διά να βελτιώσωμεν διά των στόχων τούτων, καθ’ όσον είναι δυνατόν, την δημοσίαν οικονομίαν.
Ούτε η ένοχος συμπεριφορά του Ρώσου πλοιοκτήτου Τιμοθέου Βουτσινά, περί του οποίου κάμει μακρόν λόγον η αναφορά του Εκλαμπροτάτου κυρίου Γραμματέως της Επικρατείας επί των Οικονομικών και των Ενόπλων Δυνάμεων της 2 τρέχοντος, ούτε η συμπεριφορά του καπετάν Κολοκοτρώνη δύνανται να θεωρηθούν αρκούσαι δικαιολογίαι, διά να δικαιολογήσουν την δημοσίαν αγανάκτησιν έναντι όλων των πολεμικών πλοίων, εις βαθμόν ώστε να φ. 1v αποφασίσωμεν μόνον διά τον λόγον τούτον / την απόλυτον εγκατάλειψιν τούτων εις ξένην φροντίδα και επαγρύπνησιν, παραμενούσης εν τοσούτω της συντηρήσεώς των εις βάρος του δημοσίου.
Εάν ο Τιμόθεος Βουτσινάς διέπραξε πολλά εγκλήματα, εάν η Εξοχω-
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τάτη Γερουσία έλαβε σοβαρά μέτρα, διά να κατορθώση ώστε παραδειγματική δικαιοσύνη να φθάση να τον τιμωρήση, θα παρατηρήσω ευσεβάστως ότι θα ήτο εξ ίσου συνετή συμβουλή να ειδοποιήσωμεν δι’ εγκυκλίων προκηρύξεων τας υπηρεσίας των Κυβερνητών των νήσων, καθώς και την Ναυτικήν Διοίκησιν της Αγίας Μαύρας και εκείνην της Ζακύνθου, ο πλοιοκτήτης ούτος να εκδιώκεται πάντοτε εκ των λιμένων και εκ των θαλασσών της Πολιτείας ή τουλάχιστον να μη συμβή εκείνο το οποίον συνέβη ένεκα μόνον της ελλείψεως ακριβείας εις τας οφειλομένας επικοινωνίας και ουχί βεβαίως εξ αίτιας μου, επειδή εγώ δεν ήμην υποχρεωμένος να γνωρίζω εκείνο το οποίον ηγνόει η υπηρεσία του Κυβερνήτου της Αγίας Μαύρας, η Α.Ε. Ο Στρατηγός Stether και ο ιππότης Βαρότσης, τότε Πλοίαρχος και Διοικητής του Ναυτικού της Πολιτείας.
Αφ’ ετέρου, η άφιξις των διαταγών των Υ.Υ.Ε.Ε. περί του προρρηθέντος καπετάν Τιμοθέου είναι κατά πολύ μεταγενεστέρα της απολύσεώς του, εφόσον εγώ είχον λάβει το μέτρον τούτο διά τους λόγους τους εκτιθεμένους εις την πράξιν την οποίαν θέτω υπ’ όψιν της σωφροσύνης των Υ.Υ.Ε.Ε. υπ’ αρ. 1.
Όσον αφορά εις τον Κολοκοτρώνην, θα είναι καθήκον μου να εκτελέσω φ.2 ακριβώς την δημοσίαν θέλησιν, όταν / συνεννοηθώ μετά της Α.Ε. του Στρατηγού κυρίου Παπαδοπούλου και Stether και όταν ο προρρηθείς οπλαρχηγός μεταβή μετά του πλοίου του εις την ακτήν της νήσου την ονομαζομένην Άγιος Νικόλαος, θέσιν πολύ περισσότερον κατάλληλον της αντικειμένης, όπου τώρα ευρίσκεται, διά να γίνη δυνατόν να υποβληθή ο οπλαρχηγός εις αυστηράς και παραδειγματικάς επανορθώσεις.
Εάν εν τούτοις ο πλοιοκτήτης ούτος εγένετο πειρατής, τούτο είναι αναγκαίον αποτέλεσμα της ολίγης επιμελείας και της ελλείψεως συστήματος διά του οποίου διεξήγετο η υπηρεσία προ της αφίξεως του Ταγματάρχου Ζυγούρη. Και εάν, παρά την επαγρύπνησιν διά της οποίας σήμερον επιτηρούνται όλα τα ζητήματα τα οποία είναι σχετικά προς τον Κλάδον του Ναυτικού, ο αυτός Κολοκοτρώνης ή πλοίον άλλου προσώπου χρηματοδοτούμενον υπό της Πολιτείας διέπραξε παρομοίας ενόχους πράξεις, τούτο δεν είναι λόγος διά τον οποίον δεν δύνανται να ληφθούν σοβαρά μέτρα, τα οποία να συνετίσουν διά παντός και τον ίδιον και οιονδήποτε άλλον. Εκτός τούτου, θα υπενθυμίσω ότι ο Κολοκοτρώνης δεν είναι Επτανήσιος και ότι ουδείς εκ του πληρώματός του ανήκει εις ημάς.
Όσον αφορά εις εμέ, θα έχω ίσως δικάσει μετά τίνος προκαταλήψεως και λίαν πατριωτικών αισθημάτων συμπατριώτας μου, επιθυμών όπως οργανωμένοι δι’ αυστηράς πειθαρχίας δυνηθούν ούτοι να καταξιωθούν της πατρίδος και φ.2v να αποκτήσουν βαθμόν / υπολήψεως παρά των Ρώσων, οι οποίοι πρέπει προηγουμένως να τους εκτιμήσουν, διά να ενωθούν μετ’ αυτών και δια να υπερασπίσουν το ημέτερον Κράτος. Αλλ’ όταν η Κυβέρνησις είναι η πρώτη ήτις απελπίζεται περί της αναδιοργανώσεώς των και περιορίζη όλας τας φροντίδας της
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εις μόνην την μικροτέραν δαπάνην, είναι βέβαιον ότι πρέπει να είναι τουλάχιστον ανάλογος η κρίσις την οποίαν πρέπει να έχουν οι Ρώσοι περί της εθνικής μας ταύτης δυνάμεως και εκ τούτου αγνοώ ποία δύνανται να είναι τα αποτελέσματα και αι ελπίδες εκ των προσπαθειών, των δαπανών και των φροντίδων της Κυβερνήσεώς μας κατά τον παρόντα πόλεμον. Φαίνεται ότι αι Υ.Υ.Ε. Ε. Θέλουν να δαπανούν, χωρίς να γνωρίζη οιοσδήποτε περί της δαπάνης η οποία γίνεται διά τον Κλάδον του Ναυτικού. Φαίνεται ότι υπάρχει επιθυμία να περιορισθή εις τον μικρότερον δυνατόν βαθμόν η δαπάνη αύτη, ουχί διά της μειώσεως του αριθμού των πλοίων, αλλά διά της αντικαταστάσεως εκείνων εκ των κρατουμένων <εις δημοσίαν υπηρεσίαν> τα οποία δεν θα εβοήθουν εις την μείωσιν ταύτην των δαπανών δι’ ετέρων πλοίων μεταξύ των πολλών τα οποία ζητούν να τεθούν <εις υπηρεσίαν> έναντι αμοιβής της Πολιτείας.
Ο Εκλαμπρότατος κύριος Γραμματεύς της Επικρατείας διά του εγγράφου του της 2 Ιουλίου με διατάσσει να ασχοληθώ σοβαρώς εις την εκτέλισιν των διαταγών τούτων. Πάντοτε με απησχόλησαν σοβαρώς αι σεβασταί διαταγαί των Υ.Υ. Ε.Ε., αλλά δεν υπάρχει σοβαρότης η οποία να αρκή διά την φ.3 εκτέλεσιν των δημοσίων αποστολών. / Εναντιούνται ανυπέρβλητοι δυσκολίαι, και τοιαύται οποίαι δεν δύνανται να υπερπηδηθούν, χωρίς να βλάψουν απ’ ευθείας την δημοσίαν υπηρεσίαν και χωρίς να εκτεθώμεν εις κίνδυνον ενώπιον του ρωσικού στρατού, ο οποίος γενναίως προσφέρεται διά την φύλαξιν, διά την σωτηρίαν και διά την ευτυχίαν του Κράτους.
Η πρώτη δυσκολία ήτις παρουσιάζεται καθ’ όσον αφορά εις την ανάκλησιν των συμβολαίων είναι η ήδη χορηγηθείσα υπ’ εμού δήλωσις εις τους δύο πλοιάρχους Κούπαν και Ριτσαρδόπουλον εις την πράξιν της παραδόσεως εις τούτους των εγγράφων αναγνωρίσεως και της ρωσικής σημαίας. Τα εζήτησαν, και ο Κούπας προέβαλε τον όρον τούτον κατά την αναχώρησίν του διά Κύθηρα. Ο Κοντουρής και Καλιγάς εζήτησαν επίσης την απόδειξιν ταύτην, και δεν ηδυνήθην να την αρνηθώ, αφού μου εφάνη υποχρεωτικόν να πιστοποιήσω γραπτώς μίαν αλήθειαν γνωστήν άλλοθεν, περί της οποίας δεν ηδυνάμην να διακρίνω, όπως δεν διακρίνω και τώρα, λόγον τινά να την αποκρύψω, και διά την οποίαν οι πλοίαρχοι έχουν λίαν ζωηρόν ενδιαφέρον να μη παραμελήσουν την απόκτησιν μιας δηλώσεως η οποία να τους εξασφαλίζη περί της βεβαιότητος της αμοιβής εις την οποίαν η Κυβέρνησις είναι υποχρεωμένη. Ο τύπος της δηλώσεως ταύτης έχει υποβληθή εις το συνημμένον υπ’ αρ. 2. Επειδή αι διαταγαί των Υ.Υ. Ε.Ε. είναι μεταγενέστεραι της δηλώσεως ταύτης, πιστεύω ότι δεν δύναμαι να τας εκτελέσω, τοσούτω μάλλον καθ’ όσον, γενομένης φ.3v μακρόθεν νύξεώς τινος, / εύρον ζωηροτάτην αντίστασιν εις τους πλοιάρχους, αγρύπνους εις όλα όσα τους αφορούν.
Η δευτέρα δυσκολία εις ό,τι αφορά εις την άμεσον μείωσιν των χρημάτων είναι ότι, χωρίς να ζητήσωμεν την εθελουσίαν συνδρομήν των πλοιάρχων, ουδέν γίνεται, και είμεθα υποχρεωμένοι να τους θεωρήσωμεν διατηρουμέ-
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Ψηφιοποιημένα βιβλία
- Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Α΄, 1976
- Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Β΄, 1978
- Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Γ΄, 1980
- Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Δ΄, 1984
- Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Ε, 1984
- Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. ΣΤ΄, 1984
- Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Ζ΄, 1986
- Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Η΄, 1987
- Αρχείον Ιωάννου Καποδίστρια, τ. Ι΄, 1983
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con li greci armatolo. In questo incontro non erano tutti li nostri che superano li mille, ma solo un terzo sotto la condotta delli bravi capiφ.1ν tani Chizo Bozari e Cazandoni./Verso il tramontar del sole cominciò la battaglia con molta vivacità da tutte le parti. In vano li capi dell’ armi di Ali Pascià tentarono con la moltitudine della lor gente di circondarli e di prenderli alla schiena. Ogni passo che facevano per compire il loro piano lo pagarono col loro sangue. Ovunque incontrarono la morte. Tutti li mezzi che adoprarono e per vincere o al meno per non esser vinti fu inutile, quantunque durante l’attacco ricevessero continui rinforzi. Vedendo finalmente che era impossibile di piú resistere all’ impeto dei bravi greci, si ritirarono verso le 6 della notte mal conci, lasciando nel campo piú di ottanta fra i principali morti e molto del loro equipaggio. Delli greci dieci soli perirono, uno de’quali, nominato Dipla, molto noto per il suo valore, il quale essendo molto impetuoso, entrò piú volte colla spada alla mano nelli trincieramenti turchi e là sacrificòsi per la sua patria. Li suoi compagni, dopo aversi doluto per la sua perdita, lo seppellirono assieme cogl’altri.
Dopo questo felice successo ebbero li turchi tale spavento che sfuggono ogni incontro. Li greci al contrario acquistarono tale ardire e confidenza che si può sperare che faranno anco in avvenire operazioni piú decisive ed utili./
φ.2 Mancherebbe al proprio dovere quest’isola, se non riconoscesse il vantaggio che le derivò dalla bravura di questi armatolo. In grazia alle loro operazioni la metà della truppa, che doveva assediare ed attaccare S(ant)a Maura, e la piú scielta dovette andar contro loro e mancò da qui. Noi riconosciamo molto da questa brava gente e desideriamo buon esito alle loro operazioni e tempo opportuno per render loro le dovute ricompense.
Pare che la chiamata di Ali Pascià al campo del Gran Visire sia vera, poiché risulta da molte relazioni che si attendevano a Jannina nuovi commissionati ad accelerare la sua partenza. Egli però che cura molto poco l’utile del suo Sovrano e che non si occupò mai che delle sue particolari faccende cominciò a scansarsi da questo viaggio sotto differenti pretesti fingendo l’ammalato e adoprando simili altre scuse. Si sa poi d’altra parte ch’egli mandò secretamente il suo fattore o Chiaaja a Costantinopoli incaricandolo di non risparmiare né mezzi né denari per scansarlo da questa chiamata.
Le malore successe in quella capitale e la caduta del Sultano sono rimarcabili. Quanti fra gli principali scapparono la morte in quelli primi momenti di rivoluzione furono sacrificati in seguito dal successore. Ogni φ.2v giorno succedono stragi/e morti in ogni ordine di persone. Per predar le loro sostanze non è necessario che abbiano commesso delitto, basta